Questo libro non è un “saggio” né una storia, piuttosto è un “inventario ragionato” che Raffaello Torricelli, giunto a novant’anni inoltrati, ha voluto fare degli eventi culturali ed economici significativi avvenuti nell’ultimo cinquantennio a Firenze, ai quali direttamente o indirettamente ha partecipato, sperando che la sua esperienza serva per il futuro.
La seconda parte propone, in conversazioni con Giovanni Errera, un “inventario” dei fatti avvenuti in questo cinquantennio. In virtù delle molteplici attività nelle quali Torricelli si è impegnato a favore della Città, questo inventario è ricco di curiosità, notizie, esperienze raccolte in spazi e territori diversi.
Le due parti del volume “Firenze e i Fiorentini” sono state scritte in anni distanti tra loro ma è sorprendente la loro consonanza e continuità. L’Autore sostiene che ciò è dipeso dal fatto che Firenze è rimasta sempre la stessa e che i Fiorentini, i quali hanno costruito la Città nei secoli a loro “immagine e somiglianza”, hanno sempre inteso gestirla secondo il loro ingegno creativo.
Questo afferma l’Autore è giusto ed è bene ma avvisa i suoi concittadini che non dimentichino mai la loro “semenza” che ha reso universale Firenze e sappiano essere solidali nelle iniziative a favore della Città, rinunciando al loro proverbiale individualismo.
Il volume si presenta “alluminato”, secondo l’espressione dantesca, da bellissime xilografie di Bruno Bramanti, messe generosamente a disposizione dagli eredi dell’artista fiorentino.